L’acqua di casa Overseas


Abbiamo chiesto a Mario, uno dei fondatori di casa Overseas, di raccontarci il rapporto che da sempre lega l’associazione ad un’impronta di stampo ambientale. Verso la fine degli anni 70, quando ancora non si parlava di ecologia né di agricoltura biologica, uno dei ‘maestri fondatori’, Renato Peri, da tempo era in contatto con parte del mondo universitario più avanzato negli studi ambientalistici. Ripercorrendo alcune delle tappe fondamentali che portarono in quegli anni ad una prima definizione di sostenibilità ambientale e alle prime riflessioni circa una possibile ed inevitabile crisi ambientale, si ricorda la Conferenza sull’Ambiente Umano indetta dall’ONU a Stoccolma nel 1972: prima di questa data manca infatti, a livello internazionale, la piena consapevolezza di una crisi ambientale globale. Nello stesso anno, il Rapporto del Club di Roma afferma che una crescita illimitata non è possibile, data la finitezza delle risorse. Successivamente, nel 1987 il “rapporto Brundtland” introduce una prima definizione di sviluppo sostenibile. A distanza di 50 anni da queste prime avvisaglie ambientaliste, ancora tanta è la strada da percorrere.

Tra pochi giorni, il 22 marzo, ricorre la giornata mondiale per l’acqua, risorsa considerata oggi il nuovo oro blu.
Offriamo allora un breve focus sulle risorse idriche che circondano casa Overseas. Siamo a Spilamberto, piccolo comune all’interno dell’Unione Terre di Castelli. Una delle prime attività promosse da Overseas già negli anni 70, era la realizzazione di un orto nella parte anteriore di casa Overseas ed un piccolo appezzamento di terra coltivato a campo, situato laddove adesso vi è parco Gandhi sul retro della casa.

Fin da subito è risultato necessario trovare l’acqua per l’irrigazione e fu così che si venne a conoscenza del Canale San Pietro. Risalente all’epoca medievale, furono i monaci benedettini a realizzarlo secondo un complesso e rigoroso piano architettonico, un’opera di enorme pregio per quei tempi che tutt’ora ha funzione di scolo ed irrigazione. Il canale si snoda per circa 25 km dalla sinistra del Panaro ai piedi della rocca di Vignola proseguendo fino a Modena dove si immette nel Naviglio. Nel 1974, venne costruita una prima pompa, tutt’ora presente all’interno di Overseas (sebbene non più in funzione) sostituita poco dopo da un irrigazione dei campi e dell’orto per scorrimento tramite il canale San Pietro, situato a poche decine di metri dalla casa. Chiudendo il canale tramite un sistema di assi e bocchette e fori nel muro, l’acqua che transita lungo il canale in maniera costante fuoriesce raggiungendo i terreni di casa Overseas.

Grazie a questo sistema di irrigazione, nei primi decenni, l’associazione ha potuto offrire un’opportunità di crescita e formazione a ragazzi di origine africana che hanno sperimentato ad Overseas tecniche agricole innovative per l’epoca con l’obiettivo, una volta apprese, di poterle replicare nei propri paesi di origine.

Cosa rimane oggi di tutto questo? Passeggiando lungo i filari che circondano la casa in pochi minuti è possibile raggiungere il canale San Pietro. Passando per il cortile di casa Overseas, è possibile ritrovare tracce di questa storia: da un lato un laghetto ombreggiato da un rigoglioso salice piangente offre la possibilità per chi passa di soffermarsi per leggere un libro o riposare immerso in un ambiente vagamente bucolico, dall’altro un vecchio lavabo di quelli che siamo ormai soliti vedere presso i borghi di montagna, richiamano l’elemento dell’acqua.

E’ stato scelto infatti, all’interno del cortile di casa Overseas di dedicare uno spazio ad ognuno dei 4 elementi della natura: fuoco, acqua, aria e terra.

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