Progetto Jasmine

MANIFESTO 2021/2022

 

Abstract

Pubblichiamo qui di seguito il Manifesto 2021-2022 del progetto Jasmin (Jeunesse Active pour une Société capable de promouvoir l’employabilité et l’Inclusion), frutto di un lavoro congiunto con i partner di progetto con l’obiettivo di presentare i punti cardine su cui si basa la nostra azione in Tunisia, mettendo in evidenza le problematiche principali con i relativi interventi nell’ambito di 4 tematiche: questione di genere, educazione, immigrazione e comunicazione e coinvolgimento dei giovani. Le problematiche principali legate all’aspetto economico della questione di genere riguardano l’alta presenza femminile nell’informalità e la disuguaglianza in termini di condizioni di lavoro, postazione di lavoro, orario di lavoro e salario. Ciò si ripercuote sul lato sociale, con il predominio maschile nel processo decisionale all’interno della famiglia e sfruttamento dello stipendio della donna. Il contesto familiare è strettamente legato all’educazione, che vede una continua emarginazione materiale e morale del ruolo dell’istituto scolastico e il conseguente aumento dell’abbandono scolastico. In aggiunta a ciò, vi sono problemi logistici e legati alla qualità dell’insegnamento, che spesso privilegia la teoria a scapito della pratica, non preparando adeguatamente i giovani al mercato del lavoro. Il conseguente aumento dei giovani disoccupati rende più difficile la comunicazione con essi ed il loro coinvolgimento; i giovani sono infatti percepiti come attori secondari della vita sociale e il loro ruolo si riduce a una posizione di spettatori esterni non integrati nelle decisioni. Questo trattamento si manifesta anche nei confronti dei migranti provenienti dai paesi dell’Africa sub-sahariana, che hanno scarso supporto medico, finanziario e psicologico e vivono episodi di discriminazione.

Per tali ragioni, abbiamo elaborato delle raccomandazioni, da attuare in seno alle istituzioni e alla società civile, per la risoluzione dei problemi qui menzionati.

Premessa

Il tessuto socioeconomico della Tunisia è cambiato nell’ultimo decennio. La società civile lavora per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo, sollecitando così le istituzioni a soddisfare i bisogni primari. Uno sforzo collettivo per ripensare è quindi più che mai necessario per evitare ampie disuguaglianze e una più profonda polarizzazione della società tunisina. Le transizioni politiche sono difficili, ma lo sono anche quelle economiche. Più di un decennio dopo che le rivolte hanno rovesciato i regimi politici del Medio Oriente e Nord Africa, il malcontento sociale e le debolezze economiche strutturali che hanno scatenato le proteste in tutta la regione rimangono in gran parte irrisolte. La Tunisia non fa eccezione. Sono comparsi nuovi fenomeni: una crescente immigrazione verso le coste italiane e non solo cittadini tunisini, in particolare minori non accompagnati, a cui si aggiunge una massiccia presenza sul territorio tunisino di persone di origine subsahariana che vivono in condizioni precarie. A questo si aggiunge un fatto positivo. Non meno importante è la presenza di una nuova generazione di tunisini: giovani uomini e donne che sono cresciuti sotto la nascente democrazia e stanno spingendo per un cambiamento significativo. Sono ampiamente connessi tramite Internet e possono formare una forza creativa che potrebbe rimodellare il paese in un modo diverso. Il Manifesto è il risultato di un lavoro congiunto di alcune organizzazioni della società civile tunisina, con l’obiettivo di fissare obiettivi e progettare nuove soluzioni per superare un modello di vecchia data che perpetua l’emarginazione delle comunità periferiche, la disoccupazione strutturale, la sottoccupazione e le evidenti disparità regionali tra l’interno del paese e le zone costiere. Problemi già evidenziati con la Rivoluzione dei gelsomini. Le sfide sono enormi: creare maggiori e migliori opportunità di lavoro per la sua forza lavoro (giovanile), gettare le basi per uno sviluppo regionale sostenibile e inclusivo e rispondere alle richieste di dignità e giustizia sociale. Da un punto di vista metodologico, il Manifesto si articola in paragrafi. Le organizzazioni coinvolte nei contenuti hanno condotto uno studio tematico e uno studio dei documenti disponibili, al fine di formulare potenziali raccomandazioni nelle seguenti aree tematiche: questioni di genere, migrazione, istruzione, comunicazione e coinvolgimento dei giovani. Per i contributi si ringraziano: CCDE – Biserta; ADDCI-Zarzis; Amal Tunes – Jendouba; Forum tunisino per l’empowerment giovanile – Manouba.

La questione di genere

L’articolo 46 della Costituzione tunisina prevede che: “Lo Stato si impegna a tutelare i diritti acquisiti delle donne, li sostiene e si impegna a migliorarli. Lo Stato garantisce pari opportunità a donne e uomini di assumere responsabilità diverse e in tutti i settori. Lo Stato lavora per raggiungere la parità tra donne e uomini nei consigli eletti. Lo Stato adotta le misure necessarie per sradicare la violenza contro le donne. » La percentuale di violenza contro le donne in Tunisia è del 50% dal 2011, cioè dopo la rivoluzione, mentre era del 27% prima della rivoluzione Nel corso del 2020 sono state registrate 14.000 denunce, la maggior parte delle quali relative a violenze contro le donne (dichiarate da Imen Zahouani Houimel, Ministro delle Donne, della Famiglia e degli Anziani). Questa cifra si è moltiplicata per 7 durante l’anno 2021, a causa della pandemia e del contenimento del COVID-19.

Problemi principali

Asse economico

  • Disuguaglianza in termini di condizioni di lavoro, postazione di lavoro, orario di lavoro e salario.
  • Disuguaglianza in relazione al rafforzamento delle capacità attraverso la formazione professionale.

Asse sociale

  • Predominio maschile nel processo decisionale e responsabilità nella famiglia.
  • Sfruttamento dello stipendio della donna da parte della sua famiglia.
  • Conseguenze negative per la donna se osa lavorare in un campo considerato un lavoro per uomini.

Raccomandazioni

  • Incoraggiare le donne che lavorano a unirsi ai sindacati. Questa azione può essere svolta in collaborazione con UGTT;
  • Sensibilizzare e informare le donne (diritti e doveri) in collaborazione con il Ministero delle donne;
  • Creazione di attività generatrici di reddito per garantire autonomia e indipendenza economica e sociale. In collaborazione con MFPE.

Immigrazione

Attraverso i dati dell’indagine quantitativa effettuata, abbiamo potuto evidenziare le molteplici dimensioni di vulnerabilità che affliggono le donne migranti in arrivo nel sud del Paese. Infatti, essendo perlopiù giovani adulti provenienti dai paesi a sud del Sahara, i migranti in arrivo nella regione di Zarzis hanno dovuto spesso confrontarsi con un’esperienza complessa e traumatica nel paese di origine e sulla rotta migratoria, oltre a diverse sfide economiche, sanitarie e sociali integrazione incontrata in Tunisia. In assenza di un quadro normativo nazionale in materia di asilo e alla luce di una normativa restrittiva sulle condizioni di lavoro e di vita degli stranieri, la quasi totalità dei migranti intervistati ha dovuto affrontare le conseguenze di un profondo vuoto normativo sulla questione migratoria.

Problemi principali

dumping sociale, sfruttamento economico, insicurezza alimentare, mancanza di copertura sociale, difficoltà di accesso alla salute, ecc. rappresentano il volto nascosto delle attuali politiche migratorie in Tunisia. Queste difficoltà, spesso intrecciate, hanno interagito e indebolito le risorse fisiologiche, psicologiche e sociali delle donne migranti intervistate;

L’esplorazione dei bisogni e delle condizioni di accesso alla salute a Zarzis ha mostrato che i migranti avevano generalmente bisogni sanitari in prima linea, compresa la salute sessuale e riproduttiva, e hanno dovuto affrontare quattro tipi principali di barriere;

Le difficoltà finanziarie sono state il primo ostacolo riscontrato, limitando in larga misura l’accesso ai servizi e all’assistenza sanitaria, oltre ad essere palpabili nelle altre componenti della vita quotidiana delle donne migranti intervistate, come l’accesso all’alloggio e la sicurezza alimentare;

Difficoltà relative all’accoglienza e all’orientamento sui servizi disponibili e/o sul funzionamento del sistema sanitario in Tunisia, derivanti da un lato dall’ignoranza da parte delle donne migranti dei propri diritti e dei servizi sanitari disponibili e dall’altro, da un orientamento del personale amministrativo delle strutture sanitarie della regione, giudicato dai partecipanti allo studio inadeguato e spesso assente;

La qualità dell’ascolto, della consulenza e del supporto medico forniti ai migranti sul loro stato di salute ha costituito una barriera individuata, dove è stata percepita come non adeguata alla loro realtà e limitante la loro capacità di svolgere un ruolo attivo nella gestione di ;

Sfide di iniquità ed esperienze discriminatorie negli ambienti e nelle strutture sanitarie locali sono state riscontrate nei vari colloqui tenuti con le donne migranti che hanno consultato i servizi sanitari a Zarzis, coinvolgendo da un lato le interazioni con l’amministrazione del personale preposto all’accoglienza e dall’altro le prestazioni assistenziali e sanitarie erogate dal personale medico e paramedico. (Inoltre, lo studio ha fatto luce sui servizi di qualità all’interno del centro di salute sessuale e riproduttiva dell’ONFP a Zarzis, giudicato dalle donne migranti che vi consultano come distinte, benevole e adattate alla loro realtà.).

Raccomandazioni

Alla luce dei risultati ottenuti e al fine di orientare meglio le strategie per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria per i migranti nel sud della Tunisia, e in particolare nella regione di Zarzis, si raccomanda agli stakeholder sulle questioni migratorie e/o sanitarie di includere riflessioni strategiche in un approccio di partenariato che tenga conto dei punti di forza, delle capacità e dei vincoli di tutti gli attori locali coinvolti al fine di promuovere un clima di fiducia e sostegno reciproco e di potenziare le azioni per l’accesso al personale sanitario. Allo stesso modo, in un’ottica di sostenibilità, sarebbe fondamentale considerare gli interventi che promuovano la qualità dei servizi sanitari e assistenziali per tutti, tunisini o migranti, considerando i seguenti temi specifici e prioritari:

Contribuire all’empowerment economico dei migranti in situazioni vulnerabili che vivono nella regione di Zarzis e consentire loro di superare le difficoltà finanziarie nell’accesso all’assistenza sanitaria, in particolare all’assistenza sanitaria in prima linea e riproduttiva;

Creare possibili mezzi da mettere in comune per migliorare l’accessibilità delle informazioni e la qualità dell’orientamento delle persone che consultano i servizi sanitari nella regione di Zarzis, in particolare le donne migranti;

Equipaggiare meglio gli operatori sanitari nelle strutture sanitarie locali al fine di fornire servizi e cure transculturali di qualità a sostegno dell’empowerment dei migranti e consentire loro di svolgere un ruolo attivo nella loro cura;

Stabilire misure operative prioritarie da adottare congiuntamente al fine di promuovere un approccio multiculturale e non discriminatorio nell’assistenza sanitaria e nei servizi nella regione di Zarzis.

Formazione scolastica

La Tunisia è classificata al 7° posto nel mondo arabo e al 94° a livello internazionale nell’indice di qualità dell’istruzione. L’abbandono scolastico è passato dall’1,2% al 10% (circa 100.000 studenti abbandonano la scuola ogni anno). Il 50% degli studenti abbandona la scuola dopo il livello primario, in particolare le ragazze nelle zone rurali. Nelle città tunisine il fenomeno dell’interruzione colpisce soprattutto gli uomini e lo Stato si assume il 20% del bilancio del Ministero dell’Istruzione.

Problemi principali

La diffusione del fenomeno della violenza verbale e fisica e il declino della condizione sociale dell’educatore;

L’emarginazione materiale e morale del ruolo dell’istituto scolastico;

Debolezza del rapporto comunicativo tra istituzione educativa e famiglia.

Livello di educazione

Abbandonare prematuramente la scuola (non padroneggiare alcun alfabeto o abilità professionali);

In calo la qualità dell’istruzione (sovraffollamento nelle sezioni improvvisate e durata dei programmi);

Il predominio della teoria sull’educazione;

Applicare il metodo di insegnamento tradizionale basato sull’indottrinamento, il dettato, la ripetizione e allontanarsi dallo spirito di critica e creatività;

Brain stuffing (mancanza di riflessione, critica, decostruzione, adozione e rifiuto).

Incongruenza tra istruzione e mercato del lavoro

Una manifesta incapacità di soddisfare le richieste del mercato del lavoro derivante dall’incapacità di collegare l’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro;

Aumento del numero di disoccupati istruiti (la disoccupazione sta peggiorando).

Ragioni sociali

Aumento degli scioperi nel settore e parziale paralisi delle lezioni;

La molteplicità delle difficoltà incontrate dallo studente e dal discente durante il trasporto verso la scuola o l’istituto (terreno difficile, mancanza di mezzi di trasporto, condizioni climatiche difficili, deterioramento delle infrastrutture).

Raccomandazioni

Asse di riforma dell’istituto scolastico

Garantire quadri educativi con competenze professionali adeguate;

Revisione e revisione dell’orario scolastico riducendo l’ammontare complessivo delle ore di insegnamento;

Rinnovamento e sviluppo dei metodi didattici adottando l’approccio sperimentale;

Riabilitazione delle attività della vita scolastica, inclusi lo sport, la cultura e le arti;

Particolare attenzione ai problemi infrastrutturali delle scuole e degli istituti e alle loro attrezzature;

Proibire le lezioni private al di fuori dello spazio educativo e organizzarle pedagogicamente (rivedere i programmi e rivedere l’orario scolastico);

Attribuire grande importanza agli istituti di formazione professionale.

Stato di insegnante

Maggiore consapevolezza tra gli insegnanti dei doveri della loro professione e del loro status sociale;

Maggiore consapevolezza tra i membri della comunità, in particolare gli studenti, dell’importanza e dello status dell’insegnante;

Migliorare lo stato morale e materiale degli educatori e lavorare per elevare il livello economico dell’insegnante;

Dare all’istituzione educativa la massima autonomia nelle sue varie fasi;

Distinguere l’istituzione educativa dal conflitto politico, assicurarne la neutralità e l’indipendenza del processo decisionale in un modo che serva la coscienza razionale, non fanatica e civile degli studenti.

Comunicazione e coinvolgimento dei giovani

Sebbene l’articolo 8 della Costituzione tunisina garantisca la partecipazione dei giovani come pilastro essenziale dello sviluppo sociale, economico e politico del Paese, la partecipazione dei giovani alla vita politica è ancora molto bassa.

La comunicazione ai giovani rimane oggi un grosso problema. Sembra difficile improvvisare per raggiungere questo pubblico che, da un lato, ha i propri codici e che, dall’altro, è sempre più impermeabile alle forme di comunicazione tradizionale del territorio.

Problemi principali

L’utilità sociale dei giovani non è ancora pienamente riconosciuta. I giovani non sono percepiti come attori protagonisti della vita sociale e il loro ruolo si riduce alla posizione di spettatori esterni non integrati nelle decisioni.

Raccomandazioni

Asse pedagogico

Creare spazi sicuri e non giudicanti (online e faccia a faccia) in cui i giovani si sentano a proprio agio e possano condividere liberamente le proprie opinioni e idee;

Dare ai giovani la responsabilità di prendere decisioni e realizzare i propri progetti, piuttosto che seguire semplicemente le istruzioni degli anziani;

Dare ai giovani un’immagine positiva di se stessi, coinvolgerli pienamente negli eventi che si svolgono nel loro ambiente e nella loro vita quotidiana.

Asse di partecipazione

Misurare le nuove sfide che i giovani devono affrontare;

Rivolgersi ai giovani in modo specifico nella loro lingua;

Dare loro il posto che meritano creando le condizioni per la loro adesione ai progetti;

Proporre progetti ambiziosi e attraenti che siano in grado di ancorarli alla vita sociale e farli desiderare di partecipare;

Integrare ancora di più i giovani nella vita locale;

Rendere le informazioni accessibili a tutti i giovani;

Il coinvolgimento dei giovani in iniziative di governo aperto può accrescere la loro comprensione e interesse per le questioni civiche e politiche, costruendo così una cittadinanza attiva.

Asse tecnologico

Moltiplicare i mezzi di comunicazione per sviluppare soluzioni innovative. Il digitale sta diventando uno strumento formidabile in grado di mobilitare un pubblico eterogeneo e trasmettere contenuti ricchi.

Comprendere come i giovani usano la tecnologia e incorporare il loro uso dei media nuovi e tradizionali in strategie di comunicazione su misura determina la capacità dei governi di informare, comunicare e coinvolgere i giovani. La tecnologia e soprattutto i social network hanno preso molto posto nella vita dei giovani. È quindi utile e possibile estendere l’uso dei media online per migliorare l’interazione con i giovani e il loro coinvolgimento.